Blog dei Pomodori |
Sedi Regionali in Italia |
Blog Regionali |
Contatti |
Radio |
Comunicazione Condiviso |
WebTV |
Installa FIREFOX |
Referenti Reg. e prov. |
Falsi abusi .... salviamo la famiglia! |
Ringrazio Dio, che mi ha dato e mi dà tuttora la forza di sopportare il dolore e l’offesa.Mi chiamo Mario Nicoli, ho cinquantuno anni e sono un xxxxxxxx.
Vorrei raccontarvi la mia storia…
Una storia vera, di quelle che speri sempre non accadano a te, che dall’oggi al domani, vedi tramutati i sogni in incubi, la tua onestà in sconfitta, la tua fiducia in amara delusione. E’ la storia di un amore, che nel tempo è stato frustrato, deluso, tradito, massacrato.
E che, a giudizio dello stato è divenuto “violenza sessuale”.
L’idea di tenermi mia moglie, e salvare la mia famiglia, per lo stato ha costituito grave reato: e a chiunque semplicemente corteggi una donna oggi, compresa la moglie, vorrei suggerire: occhio, attenzione, tra un momento ti puoi trovare denunciato per molestie sessuali e condannato, specie se hai due soldi da spenderci sopra. Ai padri di famiglia raccomando la stessa attenzione, sperando che non tocchi a tutti la sorte che è toccata a me: da genitore sono stato tramutato a forza in meno, “sponsor” economico di una famiglia disintegrata, in cui pago per stare a distanza sia da mia moglie che da mia figlia. Quanto a quella che era la mia casa, dopo esserne stato sbattuto fuori, è diventata il tetto di tutti, senza che io potessi obiettarne alcunché.
Sposatomi nel “credo” che avremmo condiviso il bene ed il male, mi sono ritrovato da solo a nutrirmi del male, mentre il bene (stipendio, figlia, casa, comodità), se l’è preso tutto lei. A me è rimasta la desolazione del nulla, a me rimane il carcere. E allora lo voglio dire, quanto siano inconcepibili le torture che i mariti e padri di famiglia, separati costrittivamente dai figli e obbligati a svenarsi a sproposito per mantenere gli agi di mogli fuggite e nullafacenti, in un sistema che pare congegnato prevenutamene per farli fuori togliendo loro tutto, compresa la dignità, subiscono ogni giorno. Papa Woytila disse: “ non si può rimanere indifferenti davanti all’ingiustizia: chi è vittima non deve tacere e ad un tempo, non deve generare odio e violenza”. Io la violenza l’ho subita, non inflitta.
Da diciassette anni subisco: come marito, come padre, come cattolico. E come cittadino, che in uno stato che non garantisce giustizia, equilibrio, tutela della famiglia, non si riconosce più. Mentre la chiesa deve piegare il capo di fronte all’invadenza delle leggi laiche nell’ambito dell’efficacia e del valore dei Sacramenti, che non è in grado di salvare e difendere dalla dispersione e dagli attacchi di un mondo sempre più privo di Dio, lo stato è assolutamente sovrano di se stesso, non tollera alcuna ingerenza, impone alla Chiesa e ai cattolici obblighi e limiti, decide che sentirsi mariti e padri nel vincolo cristiano è “ fuorilegge”, autorizza a prezzare la vita e i valori più importanti come merce da barattare nelle aule dei tribunali, dove si consumano delitti ben più gravi di qualunque violenza, lo stato laico si senta in diritto di giudicare e punire.
Dopo la riforma del diritto di famiglia del 1984, non c’è stata più fine al peggio: uno stato dimentico del rispetto dovuto ai valori sostenuti dalla Chiesa cattolica,(rispetto garantito invece dall’articolo 7 della costituzione), ha avallato a passo rapido la morte della famiglia. Lo stesso matrimonio “concordatario”, di concorde al suo interno, non ha proprio niente, solo il nome.
Anche questo aberrante fardello del laicismo non va taciuto: lo Stato no rispetta i Sacramenti, e chi crede e li venera, viene disintegrato. L’articolo 3 della nostra democratica costituzione recita: “… è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli… che… impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”. Belle parole, solo parole! Io gli ostacoli me li sono sempre visti ingigantire, moltiplicare, ad impedirmi l’esistenza, la serenità, la libertà.
Sono un povero impotente, penalmente braccato, non voglio lamentarmi e fare la vittima incompresa. Ho raccontato i fatti, ho cercato di comprendere le ragioni anche oltre il mio ambito personale e privato: ho cercato di capire perché mi sia potuto capitare un calvario così insopportabile, pieno di menzogne e cattiveria.
Ho scoperto che le ragioni sociali, politiche, economiche, culturali, storiche, esistono, sono molte, non trascurabili. E che quello che ho vissuto io è stato ed è continuamente vissuto da migliaia di altri pellegrini come me ridotti in mutande da leggi immorali.
Alle donne rivolgo un consiglio: tenetevi lontane dal femminismo urlato e cialtrone delle piazze e dei talk show, donne di valore con testa e cuore capaci di cogliere torti e ragioni, donne cui è rimesso il destino di questa società malata, votata al suicidio finchè verrà manipolata da femministe incattivite col sesso opposto, vendicative, arrabbiate con la storia e forse anche con se stesse, assecondate da giudici frettolosi, sicari della verità e della decenza.
In tribunale accusano, umiliano, pretendono e vengono credute e premiate.
Arbitrariamente e maliziosamente abili a giostrare la delicata materia dei sentimenti del sesso, della maternità, decretano la rovina di altri esseri umani, totalmente depressi in ogni loro aspettativa di equità e di riscatto.
Ogni quattro minuti un divorzio, cioè trecentosessanta divorzi ogni 24 ore… Un bel record, che l’ultima moda della cronaca nera condisce con un numero indescrivibile di (presunte) violenze sessuali. Ma anche le notizie più allarmanti vanno rilette con un minimo di senno, distinte con ragione, colte con intelligenza.
Le accuse si provano, non basta una sola voce. Le donne, (alcune, maestre della menzogna) hanno scoperto ed imparato in fretta che il sesso è un arma, la più efficace, che la propria “fragile” conformazione fisica può essere strumento d’offesa letale,in barba alla propria proverbiale debolezza e sottomissione.
La guerra dei sessi, per ora, l’hanno vinta loro, dati alla mano. Ma così il mondo non può andare avanti: siamo pieni di kamikaze senza saperlo, siamo nemici noi stessi del nostro futuro; guardiamo agli altri con sospetto e fastidio, li pensiamo nemici, li critichiamo per il velo delle donne, per le loro famiglie numerose, mentre il cancro del voto all’autodistruzione ce l’abbiamo addosso da soli, in un mondo che ha ucciso i valori, ha seppellito Dio, ha detto alla vita di arrangiarsi come può a vivere alla giornata, come capita, costi quello che costi.
Mi sono tolto, come si dice, i sassi dalle scarpe, scrivendo la mia storia, raccontandomi allo specchio. Ma il dolore rimane. La rabbia pure. Potrei soccombere, togliermi la vita, cedere. Ma resisto nella fede che mi vede, nonostante tutto, ancora in piedi, con uno sguardo ad un futuro che spero migliore, per tutti.
Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio. Che la Chiesa si scuota, che lo stato si ravveda, così da rendersi conto che non si può, insieme, non tutelare la famiglia e che la famiglia deve essere protetta da entrambi.
Ringrazio tutti i miei amici, preziosa sponda a cui attaccare nel mare in tempesta.
Ringrazio la mia famiglia, che non ha mai tremato nei suoi valori, e soprattutto mia madre, nella quale ho sempre avuto, integre e perfette, quella bontà e semplicità che m’aspettavo di trovare anche nel mio matrimonio. E ringrazio Dio, che mi ha dato e mi da tuttora la forza di sopportare il dolore e l’offesa, consolandomi nella solitudine, sollevandomi dalla miseria dell’angoscia, nella fiducia profonda che “il male è meglio subirlo che farlo”.
M.N.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
Powered by !JoomlaComment 3.26
3.26 Copyright (C) 2008 Compojoom.com / Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved." |
< Prec. | Pros. > |
---|