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Le cause di divorzio sono tutte «fuorilegge» |
" I cittadini che grazie al «rito ambrosiano» vedono ridursi molto i tempi di attesa".
Milano 3 febbraio 2010 - di Luca Fazzo - Il Giornale.it - I milanesi che divorziano sempre di più, le risorse della giustizia che
sono quello che sono. Per fare fronte all’ondata di richieste, il
tribunale di Milano ha instaurato da tempo una sorta di rito
ambrosiano, che indubbiamente accelera di molto lo smaltimento delle
pratiche. Peccato che si tratti di un sistema adottato in violazione di
quello che prevede la legge, e falsificando i verbali di udienza. Dove
il codice civile prevede la presenza di tre giudici, in realtà ce n’è
uno solo. Gli altri passano a fine giornata, a mettere la firma,
dichiarando di avere preso parte a una udienza cui in realtà non hanno
mai messo piede. Il sistema va avanti così da anni, con soddisfazione
di tutti: avvocati, giudici, e soprattutto dei cittadini che grazie al
«rito ambrosiano» vedono ridursi molto i tempi di attesa. Ma è
sufficiente questo a rendere il rito rispettoso della legge?
A
pronunciarsi sulle istanze di separazione e divorzio a Milano è la nona
sezione civile del tribunale. Pochi giorni fa sul Corriere della sera,
Cesare Rimini - avvocato, specializzato in diritto di famiglia - ha
segnalato con soddisfazione il record di 263 divorzi consensuali in un
giorno stabilito dalla nona sezione. Ma è evidente che neanche con
tutta la buona volontà del mondo si sarebbe potuto raggiungere un
risultato simile se a tenere l’udienza fosse stato davvero - come
prevede il codice - un tribunale collegiale, in cui ogni pratica
venisse esaminata da tre giudici. In realtà, il «rito ambrosiano» ha trovato una soluzione anche per questo: in caso di divorzio congiunto, tra le formulette di rito che vengono firmate al momento dell’udienza ce n’è una con la quale marito e moglie rinunciano formalmente a presentare appello contro la sentenza. Vietato ripensarci, quindi. Vietato ripensare agli alimenti, all’amore che non c’è più, all’affidamento dei figli. E anche a quelle tre firme miracolosamente comparse su una sentenza emessa da un giudice solo.
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