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ADIANTUM lancia una class action contro il Ministero della Giustizia PDF Stampa E-mail
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 ADIAgiustizia_class_action.jpgNTUM intenterà causa Civile collettiva al Ministero della Giustizia. ( Vai alla Class Action)

ROMA 17 Gennaio 2010 - ADIANTUM.IT - La mancata vigilanza sulla puntuale e omogenea applicazione, nei tribunali, della L. 54/2006 (c.d. Affido Condiviso), il conseguente danno esistenziale causato a bambini e genitori, nonchè i negativi effetti patrimoniali, derivanti dalle lunghe e costose battaglie giudiziarie sostenute dai genitori al solo scopo di ottenere un diritto la cui applicazione è invece prevista per legge, sono alla base della azione collettiva che ADIANTUM intenterà al Ministero della Giustizia. Ma c´è di più. 

L´azione verrà proposta anche in considerazione dei pessimi "standard qualitativi ed economici stabiliti dalle autorità preposte alla regolazione ed al controllo del settore, da cui deriva la lesione diretta, concreta e attuale dei predetti interessi" (norma di attuazione dell’articolo 4 della legge 4 marzo 2009 n. 15 in materia di efficienza delle pubbliche amministrazioni). Sotto accusa, pertanto, il difetto di vigilanza, l´eccessiva burocratizzazione che svilisce la norma, e le attese ingiustificabili che i minori coinvolti sono costretti a subire nell´ambito dei procedimenti giudiziari in materia di affidamento. La prima diffida partirà a breve e, entro 90 giorni, in assenza di segnali positivi da parte del Ministero, scatterà il ricorso al TAR. Centinaia i casi raccolti dall´Osservatorio Nazionale sul condiviso, ben distribuiti in tutto il territorio della Repubblica. A quasi quattro anni dall´entrata in vigore della L. 54, aggirarla sembra ormai diventata una prassi strutturale nei tribunali italiani, con grave nocumento per i minori che sono coinvolti in un sistema di affidamento ancora sostanzialmente mono-genitoriale. E se le cose vanno male nei tribunali ordinari, dove qualche timido segnale positivo arriva da alcune sedi (Venezia, per esempio), la situazione è allarmante nei tribunali minorili, dove un rito che non prevede contraddittorio distrugge ogni anno centinaia di genitori incolpevoli e, sopratutto, i loro bambini, spesso allontanati immotivatamente dalla propria famiglia a seguito di accuse strumentali. Infatti, il 95% del totale delle accuse di abuso nelle vicende di separazione risultano false.
 
 
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