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Attenzione anche al ruolo dei padri separati |
L'intervista Parla la presidente del Moige, Munizzi. «Sono d'accordo con il Pontefice, i figli non sono una proprietà dei genitori». Dopo le dichiarazioni di Benedetto XVI abbiamo ascoltato il parere di Maria Rita Munizzi, attiva presidente del Movimento Italiano Genitori (Moige).
Roma 12 Gennaio 2009 - IlTempo.it - Marino Collacciani - Cosa cercate di trasmettere ai genitori nella veste di movimento aconfessionale? «Da
sempre tentiamo di correggere un equivoco culturale in base al quale si
tende a pensare a un figlio come a una proprietà personale, anche nella
dinamica di una proiezione di crescita». Cosa consigliate?
«I
genitori dovrebbero riflettere quando fanno delle scelte per capire se
sono reali esigenze nella formazione del bambino o, semplicemente,
desideri personali che si riflettono su di loro».
Quale deve essere l'obiettivo di un padre e di una madre? «Quello di una grande sfida educativa, da sviluppare con coerenza e apertura mentale adeguate: ciascun figlio dovrebbe esprimersi come persona, al di là delle aspettative che ciascun genitore possa avere. Sono d'accordo con il Papa, e non solo come cristiana: a volte si è poco disposti a operare delle scelte che coincidano con un reale interesse formativo dei figli, tendendo a plasmarli a nostra immagine e somiglianza». Quali sarebbero i vantaggi nel processo formativo? «Se come genitori accettassimo la dimensione appena configurata, saremmo certamente più disposti al dialogo con i nostri figli, avendo maggiore facilità nel seguire il loro sviluppo mentale e, quindi, le loro esigenze. Soprattutto in considerazione del fatto che, da un punto di vista pedagogico, i genitori hanno un tempo limitato, dai dodici ai quattordici anni, per educare un figlio». I genitori separati continuano a essere ignorati. Soprattutto i padri. Come possono pensare di educare i figli? «È molto difficile, noi riconosciamo appieno il ruolo del padre e conosciamo le difficoltà di quelli che non vivono in famiglia. La giurisprudenza, al di là di un affidamento condiviso ancora da valutare, dovrebbe agire per la tutela del minore. E i bambini vogliono sia una madre che un padre».
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