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La coppia, uno sguardo "oltre" |
I disagi delle separazioni e la portata del dolore originano da un approccio falsato, filtrato all'Altro e da un sentire malato che E. Fromm chiama " Paura d'amare ". Roma 24 ottobre 2008 - di Mariateresa Ruocco - Perché è difficile vivere un'armonia profonda, su più piani, con un'altra persona? Perché pur provando del bene l'uno per l'altro ed a condividere insieme un certo familiare, rassicurante quotidiano, questo non basta ad offrire serenità, appagamento, completezza, pienezza del Vivere? Questo il quesito di tanti. La domanda, per contro, è provocatoria. Paradossale. Di cosa ci meravigliamo? Di non sentirci noi stessi, di non volare, di non trovare gioia in ciò che, in origine, abbiamo ricercato come difesa? Come trincea scavata a protezione di ciò che ci hanno insegnato a chiamare amore? Già vedo i vostri castelli, i miei castelli, colmi d'illusione, crollare, ma l'amore non ha nulla a che vedere con la paura. Con l'ansia. Con l'inquietudine di rimanere soli a guardare la propria solitudine, con quella di perdere l'amore stesso. Guardiamoci intorno,la maggior parte delle " coppie " trascorre il tempo a costruire barriere (inter-coppia e sociali), siano esse comportamentali, istituzionali, previdenziali, e si dimentica del resto. Il "resto" è.. la Vita! A ben guardare, nessuno è interessato ad amare nessuno. Viene confuso il bisogno di protezione, di distrazione da Sé, di saturazione dei propri vuoti interiori, con un sentimento ben lontano da queste che non sono altro che le nostre nevrosi, le nostre fragilità. Onore alle nostre parti "ombra", ci hanno permesso di arrivare qui dove siamo, ad ogni modo, contrabbandarle per Amore mi sembra troppo..E' disonesto con noi stessi e non ci fa stare bene. Allora, se colui che consideriamo il/la nostro/a partner è in realtà a noi sconosciuto e noi a lui/lei perché supporti, ravvivatori, menestrelli l'uno della solitudine dell'altro,come possiamo, pur lontanamente, amare? Accettare, ascoltare l'Altro nella sua solitudine, accettare, ascoltare noi stessi nella nostra solitudine e nello spazio, nella libertà sconfinati che ci separano e uniscono, camminare insieme? Un uomo ed una donna hanno molto in comune, se non altro la dimensione "oltre", di mistero, che li anima e congiunge. Tuttavia, proprio per il magma complesso, cangiante, multiforme di archetipi e respiri a-temporali, al di là dello specifico, essi sono liberi, non possono essere contenuti, afferrati, né assumere forme definite. Non è una limitazione. E' una ricchezza. La vera ricchezza, quella di poter danzare, lasciar danzare, l'uno nell'Infinito dell'altro.
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